Noir Italiano: Ciao Simone, benvenuto a Noir Italiano. Ieri sera ho comprato al discount un buon Greco di Tufo. Facciamo due calici?
Simone Luciani: volentieri, anche se non mi dispiacerebbe un amaro…
NI: Cosa significa per te “noir?”
SL:E’ un tono, una tinta. Anzi, direi LA tinta che meglio si addice al contemporaneo, dove non tutto è nero, ma quasi tutto è in ombra.
NI: Come mai hai deciso di cimentarti con il noir?
SL: Da bambino divoravo romanzi gialli, e per questo presi anche un rimbrotto dalla professoressa di Italiano, che li considerava libri minori. Crescendo, si è sviluppata la passione per qualcosa che avesse una struttura simile al giallo, ma un’aderenza alla realtà molto più spiccata. E poi, per quello che dicevamo prima: il noir è una chiave interpretativa straordinaria della nostra epoca.
NI: Per te noir significa solo letteratura d’intrattenimento oppure il tuo scrivere ha una valenza “sociale”?
SL: Mi piace pensare che sia entrambe le cose. La valenza sociale e politica è forte, e non solo a una lettura “superficiale”, come può essere quella della semplice trama. Dipingere un personaggio in un modo piuttosto che in un altro è un atto politico. E tuttavia, sapere che un lettore trascorra qualche ora piacevole in compagnia di un mio romanzo non può che rallegrarmi.
NI: Come affronti la scrittura? Preferisci stendere una scaletta o ti lasci guidare dalla fantasia?
SL: Scrivo delle schede su ogni personaggio, in cui mi appunto informazioni che magari non userò mai, ma che sono indispensabili per tratteggiarli. E poi, una scaletta di massima su ciò che accade in ogni capitolo, che mi capita anche di stravolgere ma senza la quale non saprei procedere.
NI: La tua musica per scrivere?
SL: November Rain dei G&R.
NI: Scrivere un noir richiede una notevole documentazione. Come affronti la cosa?
SL: Internet è uno straordinario contenitore di informazioni, anche se richiede a volte molto tempo per ricercarle. Poi, naturalmente, libri e giornali.
NI: Il tuo autore di riferimento?
SL: Ben più d’uno. Dell’epoca classica mi piace citare Cornell Woolrich, perché viene spesso dimenticato. Più in qua nel tempo, l’opera omnia di James Ellroy, James Crumley e Charles Willeford, che pure sono diversissimi tra loro. Fra i giovani, Josh Bazell ha dei tratti di genialità.
NI: Ti ringrazio. Regalaci una frase noir…
SL: A certi uomini tocca il mondo intero, a certi altri un’ex prostituta e un viaggio in Arizona. Tu sei fra i primi ma, mio dio, non ti invidio il sangue che hai sulla coscienza. (credo sia l’unica frase estratta da un romanzo che ricordi a memoria…)