Macaronì


Autore: Loriano Macchiavelli – Francesco Guccini

Tipologia: Giallo

Luogo: Appeninno emiliano – Francia

Filo conduttore: Indagine su una serie di misteriosi omicidi

Ambientazione: Un filo rosso che collega l’Italia di fine Ottocento a quella del Ventennio

Protagonista: Maresciallo dei Carabiniei

Narrazione: In terza persona

Cosa impari dopo averlo letto: Che la storia si ripete sempre

Giudizio nero: Oui, je suis Maigret

“Abbiamo questa facoltà, avere la memoria corta…quando ci fa comodo”. Così scrive Jean Claude Izzo in Chourmo. Ed è su questo che giocano i due autori di questo giallo storico: la memoria corta di noi italiani. Abbiamo dimenticato la miseria, la fame, le vessazioni. Abbiamo scordato che siamo stati un paese di emigranti, che eravamo noi quelli che “rubavano il lavoro, violentavano le donne, erano mafiosi, ricevevano aiuti dallo Stato senza far niente”. Eravamo noi gli extracomunitari, quando andavamo in Francia a lavorare.

Il romanzo si svolge in due periodi differenti, che poi si collegano nel finale. Il primo è nel 1884. Appennino tosco-emiliano. Ciarein è un dodicenne, stanco della miseria e del fatto di essere etichettato come il figlio di Spirito, un bandito del luogo. Per cui prende e scappa in Francia, a lavorare. L’altro periodo è il 1939, nello stesso paese di Ciarein, dove avvengono misteriosi omicidi. Muiono Don Quinto Manganelli, il maresciallo Bargellaux, il Francese (un emigrato ritornato al paese) e infine Libero Guidotti, anarchico e nemico del Duce. Quattro omicidi inspiegabili, che costringeranno il nuovo maresciallo a scovare nel passato della gente del paese, fino a quel filo, a quel 1884 e alla storia di Ciarein e di tanti italiani emigrati al di là delle Alpi.

Il romanzo è bello, godibile. Sia dal punto di vista della vicenda polizesca. Intricato e pieno di personaggi come in ogni romanzo di Macchiavelli. Ma ottima è anche la ricostruzione storica. I due autori devono aver effettuato un gran lavoro di ricerca. La vita degli emigranti italiani in Francia è ricostruita in modo efficace. Eravamo sporchi, cattivi e ladri. Ci chiamavano Macaronì, Briseurs e Ritals. I francesi dicevano che rubavamo il lavoro, che strupavamo le loro donne, che dovevamo tornare al nostro paese. E organizzavano vere e proprie caccie all’italiano, che si risolvevano con stragi di nostri connazionali.

Un romanzo giallo che vi farà divertire ma anche riflettere su come la Storia (quella con la S maiuscola) torni sempre e si riproponga. Noi abbiamo dimenticato tutti ma oggi, quei francesi, siamo noi.

Perchè leggerlo:  Per l’interessante ricostruzione storica

Perchè non leggerlo: Nessuna controindicazione

Cos’ho pensato quando l’ho finito: I francesi siamo noi…

Lascia un commento